Phuket

Phuket è un’isola stupenda, che conserva ancora in alcuni punti tutta la tradizione thailandese.
Affacciata sul Mar delle Andamane si presenta con spiagge bianche e barriere coralline sulla costa e all’interno villaggi dove le usanze e lo stile di vita sembrano fermi al secolo scorso.

A Phuket possiamo trovare piantagioni di noci di cocco e alberi della gomma, uniche forme di guadagno fino a qualche decennio fa.

L’aeroporto, ora centro nevralgico per le vacanze e il turismo, era stato in origine costruito per permettere ai commercianti di stagno e gomma di raggiungere le zone per la vendita delle risorse naturali dell’isola.
Strade impervie, distanza dalla capitale Bangkok, assenza di un ponte di collegamento con il resto della penisola thailandese ma soprattutto il disinteresse nel turismo hanno tenuto Phuket in uno stato di semiisolamento.

Alla fine degli anni settanta la consapevolezza delle bellezze naturali ha portato pian piano Phuket ad essere meta prima dei saccopelisti senza troppe pretese e di chi cercava la vacanza selvaggia, è poi diventata meta del turismo di massa non appena arrivata voce agli industriali del turismo.

L’ingrandimento dell’aeroporto diventato internazionale, le migliorie alle condizioni di vita dei turisti hanno ortato a investimenti sempre maggiori e quindi guadagni, facendo diventare Phuket la seconda provincia più ricca della Thailandia, dopo solo a Bangkok.

Ora Phuket è abitata da persone arrivate da tutta la Tailandia e che lavorano per la maggiore nel campo del turismo.

Il bello dell’isola è che si possono però trovare ancora villaggi di pescatori (ad esempio il bellissimo villaggio degli “zingari del mare” a Rawaii) che nulla hanno a che fare con il turismo vivendo nella loro piccola realtà.

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